Il kukido: l’arte orientale di arredare gli interni

Arriva dal Giappone l’arte floreale del kukido, la straordinaria e affascinante pratica di creare architetture verdi a partire dai fiori: un risultato sorprendente che deriva dalla semplicità dei fiori.
Basta infatti intrecciare gambi e boccioli dei fiori per dar vita a degli elementi architettonici unici e visivamente senza eguali.

La cultura orientale dell’imperfezione

Con uno sguardo sempre attento alla sostenibilità dei prodotti, la cultura orientale alla base del kukido non prevede l’uso di fertilizzanti, pesticidi e altri espedienti non naturali.
Sebbene questi composti vengano usati in grande misura nel quotidiano, la cultura orientale e nello specifico di questa arte floreale non prevedono la perfezione estetica tradizionale ma rispettano il naturale corso del ciclo della vita dei fiori.
Dimenticatevi, quindi, i bouquet tradizionali “perfetti” che vedete ogni giorno nei servizi fotografici: l’essenza di questa arte è rispettare il corso naturale delle cose e lasciare che i fiori appassiscano in maniera naturale, senza interferire col sacro ciclo della vita.
Perché un fiore è bello anche con i suoi difetti e in natura la perfezione esiste, si, ma solo per un istante.

Yuichi Tamaru: il padre del kukido

Uno dei massimi esponenti dell’arte del kukido è l’artista Yuichi Tamaru, che ha la propria sede italiana a Milano, dove collabora con le più importanti aziende di design dove inizia a diffondere sempre più rapidamente l’arte floreale di origine orientale.
Ma non è soltanto una sede d’affari e di lavoro: infatti nel capoluogo lombardo l’artista giapponese sta svolgendo corsi specifici per insegnare il kukido a giovani apprendisti venuti da tutto il mondo.
Anche se il covid, ad oggi, non consente di svolgere quest’attivita in presenza, siamo certi che non appena la situazione sarà migliorata i corsi in presenza torneranno a essere disponibili.

I principi cardine del kukido

Ma quali sono i principi su cui si fonda l’arte floreale del kukido?
Prima di tutto “esprimere la vita nella sua interezza”, è questo il motivo per cui nelle sue creazioni l’artista giapponese usa ogni singola parte del fiore, dallo stelo ai boccioli, perché ogni parte della pianta (così come nella vita) ha bisogno di essere mostrata e valorizzata, anche quando non è perfetta a livello estetico, anche quando l’appassimento ha preso il sopravvento e lasciato della perfezione solo un ricordo lontano.
Inoltre bisogna “onorare il selvaggio”, è per questo che Yuichi Tamaru preferisce i fiori autoctoni, che crescono selvaggiamente nei campi, evitando di utilizzare piante che vengono da lontano: uno dei suoi preferiti è proprio l’achillea, erba officinale molto diffusa e che varia per dimensioni e caratteristiche a seconda del luogo.

Composizioni floreali: come crearne una?

Se vuoi iniziare a praticare la nobile arte del kukido, non preoccuparti, bastano delle semplici istruzioni per dare vita alle tue prime creazioni naturali. Armati di un vassoio profondo almeno due centimetri, possibilmente ruvido e inizia con i fiori con i gambi lunghi e dritti che sono più semplici da maneggiare per chi è alle prime esperienze: prova col tulipano, che dà vita a un bellissimo effetto quando appassisce, oppure col narciso. Inizia intrecciando tre fiori e, una volta trovato il giusto equilibrio e composizione, fissali con un filo d’erba; infine versa l’acqua nel vassoio.
Il luogo migliore per conservarli è uno spazio luminoso ma non a contatto diretto col sole, nè con fonti di calore; ricordati di aggiungere l’acqua ogni volta che l’evaporazione la dimuisce in maniera consistente e il gioco è fatto!

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